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lunedì 27 dicembre 2010

Motonave Lampros: mistero o bufala?

La LAMPROS in porto a Reggio Calabria
I Fatti: Il 18 dicembre 2010, al largo di Melito Porto Salvo si e' fermata per un'avaria grave la nave mercantile Cpt LAMPROS battente bandiera Comoros, secondo quanto dichiarato vuota di carico ed in navigazione da Messina verso il porto del Pireo in Grecia. La nave è stata soccorsa dai mezzi della Guardia Costiera e rimorchiata dentro il porto di Reggio Calabria. Fin qui quanto è stato possibile accertare con sicurezza. Da questo punto in poi esistono due versioni su quanto accaduto, di cui una pone inquietanti interrogativi. La prima versione, di pochissime ore successiva al fatto, riferisce del rifiuto da parte dell’equipaggio della nave dei soccorsi offerti dalla Guardia Costiera, con il conseguente ovvio sospetto di irregolarità a bordo e quindi il salvataggio coatto e successivo sequestro nel porto di Reggio Calabria; sarebbero state effettuate perquisizioni a bordo di cui non si conosce l’esito (fonte Newz.it). La seconda versione, diffusa il giorno successivo, riferisce invece di una normale situazione di soccorso in mare senza alcun risvolto misterioso (fonte mediterraneoonline.it). È lecito chiedersi quale delle due sia la versione giusta, o se ancora ce ne sia una terza, visto l’argomento particolarmente delicato che attualmente è purtroppo alla ribalta delle cronache locali e nazionali, quello delle navi dei veleni. Noi siamo riusciti a conoscere una parte della storia della nave LAMPROS, che sembra rispecchiare, almeno per gli ultimi 2 anni, il percorso “burocratico” classico seguito dalle famose carrette  del mare: nel 2009 la nave si chiamava DOWLAIS D e batteva bandiera della Sierra Leone, mentre a metà 2010 la nave ha cambiato nome in LAMPROS battendo bandiera di St Vincent Grenadines; qualche mese fa la nave ha nuovamente cambiato nazionalità, battendo la bandiera delle Comoros ma mantenendo il nome di LAMPROS, quello attuale. Noi ci auguriamo che la LAMPROS sia ferma per una semplice avaria, magari in attesa dei pezzi di ricambio, ma il sospetto che la nave, che è ferma al porto di Reggio Calabria transennata da ormai 9 giorni, possa essere strumento di traffici illeciti che vedono per l’ennesima volta il nostro mare protagonista involontario non può essere cancellato semplicemente non parlandone più. Ci aspettiamo che a breve le autorità ci informino, speriamo smentendo la versione peggiore, sulla reale condizione della nave.

Pasqualino Placanica
(pubblicato su costaviolaonline.it)

sabato 25 dicembre 2010

La Brambilla querela il Fatto Quotidiano

È notizia di ieri: il ministro Brambilla querela il Fatto Quotidiano per un articolo dal titolo "Ufficio di collocamento Brambilla", ritenuto diffamatorio e lesivo dell'immagine  del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del Turismo e della Struttura di missione per il rilancio dell'immagine dell'Italia. Attenzione, la Brambilla non querela personalmente, ma nella veste di ministro, per  danni d'immagine all'istituzione che rappresenta. È chiaro quindi che anche a parere del ministro i fatti (perchè fatti sono) riportati nell'articolo oggetto della querela sono dannosi per l'immagine del ministero. Mi domando allora: se i fatti riportati risulteranno veri,  chi avrebbe danneggiato l'immagine del ministero ? Chi ha reso noti i fatti.....o chi li ha commessi? E in tal caso, il ministro agirebbe nuovamente contro i nuovi colpevoli?

mercoledì 22 dicembre 2010

Lettera a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
per Natale non ti chiedo di eliminare i  delinquenti che hanno spadroneggiato da sempre in questa città, ci stanno già pensando altri e lo stanno facendo bene, molto bene. Ti chiedo di rendere questa città meno metropolitana e più vivibile, di renderla più fruibile ai cittadini che la amano ed ai turisti che vengono a visitarla. Ti chiedo di darci  strade che non diventino torrenti e torrenti che non vengano usati come strade o come suolo edificabile, o peggio come depositi di  rifiuti ingombranti o tossici. Vorrei che le nostre spiagge fossero aperte ai cittadini, che i pescatori le possano ancora usare per le loro barche, che per raggiungere il mare a pochi passi da noi non sia necessario superare discariche, o pagare il pedaggio a chi si arricchisce senza dare utile alla città. Ti chiedo di spiegare a chi non lo sa che la spazzatura si mette dentro i cassonetti, e a chi la deve raccogliere che la raccolta si fa quotidianamente, e non “quando viene”. Vorrei che spiegassi a chi non lo ha capito che avere un SUV e circolare per la città non suscita invidia, ma spesso provoca indignazione perché crea problemi alla normale circolazione; che posteggiare sui marciapiedi, sulle strisce pedonali, in doppia fila (con i lampeggianti o senza) non è la normalità. Vorrei che i servizi venissero forniti con la stessa puntualità  con cui ci vengono  recapitate le bollette da pagare (anche un po’ di meno basterebbe). Vorrei essere amministrato da gente che ha a cuore il destino della città. Vorrei che… ma forse ti ho già chiesto troppo! Rischio di non essere accontentato, anche perché quest’anno non è che  abbia  fatto tanto il buono (questione di punti di vista). Forse non mi merito tutti questi regali. Allora, in alternativa, caro Babbo Natale, te ne chiedo uno solo, che tutto sommato non dovrebbe essere tanto difficile da procurare: per Natale, mi porti, CI porti… la CIVILTA’?
Pasqualino Placanica

“Vigilare sull’incolumità del giornalista Ferdinando Piccolo, minacciato di morte dai clan”

 

“Entro Natale sarai un uomo morto”. E’ l’ennesima intimidazione, la terza per essere precisi, che in pochi mesi riceve il giornalista del Quotidiano della Calabria Ferdinando Piccolo, corrispondente in prima linea dai comuni di Bovalino e San Luca. Un messaggio dal contenuto inequivocabile, non vergato solo sulla carta ma contemporaneo ad un altro gesto che si commenta da sé: il danneggiamento dell’autovettura del giovane cronista.
Piccolo scrive di ‘ndrangheta e lo fa scavando dietro ai fatti e le inchieste, abitando davvero a “cento passi” dalle case di boss e girando in lungo e in largo per i “santuari” dei clan. Gli stessi luoghi su cui si sono accesi i riflettori delle importanti operazioni dell’ultimo anno; ultima, in ordine di tempo, la “Reale 3”, che ha visto tra gli arrestati il consigliere regionale del Pdl Santi Zappalà. Piccolo ha messo sempre la faccia: significativo, in particolare, il suo intervento ad “AnnoZero” in collegamento da Reggio Calabria, fianco a fianco con altri giornalisti “infami” destinatari di intimidazioni.
Il giornalista del Quotidiano non va lasciato solo e la solidarietà di rito non basta. Alla Prefettura di Reggio Calabria, la magistratura e le forze dell’ordine il compito di vigilare sull’incolumità di Ferdinando Piccolo, mettendo in essere tutte le misure necessarie a verificare la paternità dei messaggi di morte e garantire al giornalista il proseguo del suo impegno civile e professionale.

sabato 11 dicembre 2010

Perché quell'onoreficenza?

Da noi ormai da tempo succede spesso; anche nelle piccole cose, che hanno un valore puramente simbolico, ci troviamo a dover assistere con disagio alle eccezioni sollevate da cittadini che legittimamente protestano per diritti lesi, per offese alla propria dignità. Quando un gesto, un'azione, un atto commesso dalle istituzioni è messo  in dubbio e criticato (con ragionamenti fondati) è anche giusto mettere in dubbio l'equilibrio che dovrebbe reggere la nazione. Questo esempio è, oltre che emblematico, anche lacerante dal punto di vista emotivo.
 
Ill.mo Presidente,
sono Daniela Rombi, la presidente dell’Associazione vittime familiari di Viareggio “Il Mondo Che Vorrei” onlus. Sono la mamma di Emanuela, una giovane ragazza di 21 anni, morta dopo 42 giorni di agonia con ustioni sul 98 per certo del corpo, a seguito dell’incidente del 29 giugno 2009. Come Emanuela, altre 31 persone non ci sono più ed altre ancora avranno per sempre sul proprio corpo i segni di quella maledetta notte. Come familiari delle vittime viviamo con un dolore permanente e inguaribile e per tutti noi, per la città di Viareggio che ha subito la distruzione di un zona della città, e niente sarà più come prima. 
Le scrivo questa per chiederLe un incontro, per conoscere le motivazioni che L’hanno indotta a firmare il conferimento dell’onoreficienza di Cavaliere del Lavoro a Mauro Moretti, A.D. delle Ferrovie dello Stato. 
Dalla notte del 30 giugno per due mesi non ho visto la televisione; il 7 luglio non ero ai funerali di Stato, speravo, davanti ad una porta di un ospedale, che mia figlia vivesse. 
Dopo, nel tempo, sono “riuscita” a vedere quelle immagini ed ho visto Lei, visibilmente commosso ai funerali ed una sua foto col disegno che Leonardo Le ha donato; Leonardo, che non ha più i suoi fratellini (Luca e Lorenzo) e la sua mamma. 
Ho anche letto le audizioni che il sig. Moretti ha reso al Senato della nostra Repubblica: l’incidente di Viareggio è stato da lui definito “uno spiacevole episodio” oppure “quando accade un incidente in ferrovia sembra che caschi il mondo” ed ancora “le nostre ferrovie sono le più sicure d’Europa”, quando invece erano già accaduti incidenti che per puro caso non erano finiti in tragedia, e che ancora possono accadere. 
Ma di che cosa sta parlando questo signore ? Noi stiamo parlando di “VITA”, di “PERSONE” che stavano tranquille nella “sicurezza” delle loro case, che adesso non ci sono più e non riusciamo e non possiamo darcene pace! 
Sa Presidente, quando voglio vedere mia figlia devo andare al cimitero e quando la guardo mi vergogno; mi vergogno io, come avviene per gli altri genitori, di essere viva perché è innaturale e disumano che una madre vada a trovare la propria figlia al cimitero! PERCHE’? Noi familiari ci chiediamo perché ha firmato quell’onoreficienza ? Sicuramente la decisione non è stata Sua, sarà stato proposto da altri perché il sig. Moretti ha fatto bene il suo lavoro, perché ha risanato i bilanci delle Ferrovie dello Stato (dello Stato!), ma sappia che quei bilanci sono stati risanati anche col sangue dei nostri cari perché si è scelto di tagliare, di risparmiare sulla sicurezza! 
Le chiedo gentilmente di riceverci in modo da poter, con franchezza, avere delle spiegazioni che ci aiutino a superare il dolore e lo sconcerto che questa situazione, se mai ce ne fosse stato bisogno,  ha gettato su di noi. 
Certa di una Suo positivo riscontro, La ringrazio con tutto il cuore.
DANIELA ROMBI
(Presidente dell’Associazione vittime familiari di Viareggio “Il Mondo Che Vorrei” onlus)

lunedì 29 novembre 2010

Il ministro degli "affari" esteri parla chiaro all'opposizione.

Dal messaggio criptato (vedi post precedente) il ministro degli "affari" esteri Franco Frattini è passato al chiaro e tondo nel giro di qualche ora. ''Non credo affatto che convenga al Pd speculare, essendovi notizie ancora incomplete che saranno presumibilmente arricchite con altri elementi riguardanti anche altri governi, non solo quello di Berlusconi''. La cosa è tanto grave ed assillante che non c'è più tempo per le schermaglie. Meglio parlare chiaro.

domenica 28 novembre 2010

Franco Frattini: volemose bene

Secondo  il ministro degli "affari" esteri del governo Berlusconi, Franco Frattini, l'imminente pubblicazione da parte del sito Wikileaks dei file riguardanti informative dei servizi segreti americani sui paesi alleati (e non), si potrebbe rivelare un autentico "11 settembre" della diplomazia mondiale, perché farà "saltare tutti i rapporti di fiducia tra gli Stati". Riguardo ai rapporti di FIDUCIA, la parola, che ha un significato nobile,  in diplomazia praticamente non esiste e se viene usata non ha certo il significato di uso comune. Tutti i governi del mondo sono perfettamente al corrente di quello che realmente pensano gli altri, così come sanno che quell'opinione incide poco nei rapporti reali, su cui invece grava sempre il peso dell'interesse nazionale in nome del quale si fanno guerre, si sterminano popoli e se ne abbandonano altri al proprio destino; si  fanno affari con dittatori criminali,  si programmano crisi finanziarie mondiali, si organizzano sommosse e se ne soffocano altre; si da asilo a dittatori responsabili di genocidio, mentre altri si impiccano (forse) per non farli parlare troppo. Le notizie contenute nelle informative degli americani sono segrete solo  per i non addetti ai lavori cioè, escludendo  i vari governi e servizi segreti,  praticamente l'intera popolazione mondiale. Il problema della fiducia tra i governi si pone allorquando ciò che si dice sottovoce viene detto pubblicamente, e quindi chi è coinvolto non può più fare finta di ignorare la cosa. Frattini, comunque, dopo questa illuminata dichiarazione, si rivolge all'opposizione per concordare un "volemose bene" interno utile ad entrambi, proponendo di evitare di utilizzare le notizie riguardanti l'Italia ed i suoi governi (tra cui logicamente quello in carica, ma sicuramente anche quello precedente ed altri prima ancora). Certo verranno fuori tante marachelle commesse dai vari governi, ed entrambe le parti oltre che vedersi mancare di colpo la materia prima per ricattarsi a vicenda si troveranno ad essere immediatamente e definitivamente delegittimate di fronte al popolo. Una catastrofe!....O no? Tra i giornali "eletti" da Wikileaks a diffondere le notizie non ce n'è neanche uno italiano, nemmeno Repubblica. sarà un caso?

domenica 21 novembre 2010

Ndrangheta, Università e folklore mediatico.

Non ha dubbi il geometra Roberto Ciambetti, assessore in Veneto al bilancio e agli enti locali, parlando dello scandalo scoppiato all'Università Mediterranea di Reggio Calabria sulle infiltrazioni della 'ndrangheta che avrebbe influito in modo pesante su esami e test di ammissione di alcuni studenti: "una non-notizia, da una parte, e, dall'altra, una notizia clamorosa. La non-notizia sta nel dire che tante lauree e titoli di studio del Mezzogiorno lascino ampi margini di dubbio e da tempo sapevamo benissimo che la qualità formativa delle scuole e università del Nord è ben superiore anche se poi punteggi e valutazioni, che hanno un peso enorme nei concorsi pubblici, sono stranamente a favore degli studenti del sud". La notizia, per Ciambetti ''sta nell'impressionante contaminazione tra ambiente universitario accademico e 'ndrangheta, una contaminazione che necessita di una risposta dura da parte del mondo universitario oltre che della politica e dell'intera società. Vediamo se quei docenti, intellettuali e studiosi che quotidianamente levano la loro voce contro la Lega Nord, e in Veneto ne abbiamo una collezione straordinaria  troveranno qualcosa da dire su questo caso o se inventeranno l'ennesima fantasia per svincolare e continuare ad esercitare la loro furia polemica solo contro la Lega, come chi non vuole vedere il male in se' stesso e fa di tutto per scoprirlo negli altri anche quando non c'è''. Si tratta di vero e proprio folklorismo mediatico, utile solo ad acquisire labili consensi del momento; deve essere veramente in difficoltà con i suoi elettori chi  ha bisogno di ricorrere a questi mezzucci per recuperare qualche consenso. Naturalmente, le gravi vicende che stanno emergendo e che riguardano alcuni elementi della Facoltà di Architettura di Reggio Calabria non possono e non devono essere generalizzate a tutti gli studenti e docenti e men che meno a tutte le realtà accademiche del mezzogiorno di Italia. La comunità accademica della Facoltà di Architettura dell'Università Mediterranea  è, nella stragrande maggioranza, contraria a queste logiche e così è sicuramente in tutto il resto d'Italia (compreso il nord). Vorrei chiedere all'assessore Ciambetti cosa ne pensa se nel suo bel discorsetto al posto di "scuole ed università" ci mettiamo "imprese ed appalti", al posto di "sud" ci mettiamo "nord" e al posto di 'ndrangheta ....no, 'ndrangheta la lasciamo così com'è, tanto è dappertutto. Vorrei anche sapere se tra i titoli dubbi di cui parla il geometra della Lega è compreso anche l'esame di stato per la professione di avvocato conseguito dall'attuale Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, che ha ben pensato a suo tempo di venire da Brescia a Reggio Calabria a fare il praticantato e l'esame di abilitazione. Stendiamo un velo pietoso sulla carriera scolastica di qualche figlio di Senatore leghista, che adesso addirittura fa il politico di professione. Caro assessore, l'ignoranza è come la responsabilità penale: personale. Non si può generalizzare né dividere con altri; neanche facendo intervenire la 'ndrangheta.

sabato 20 novembre 2010

Ultima notizia! A Reggio Calabria le strade sono dissestate!

Praticamente 10 secondi dopo aver letto una nota su Strill firmata dal vice capogruppo del PDL al consiglio comunale di Reggio Calabria relativa alle pessime condizioni del manto stradale in città, ho scritto di getto questa lettera, in cui ho esternato la mia opinione in merito .... omettendo con  enorme sforzo le parolacce! Sono anni che in tanti denunciamo lo stato di degrado della città, e non è ammissibile che ci sia chi, essendo responsabile della situazione, se ne interessa solo quando deve utilizzare l'argomento per attaccare un avversario politico.

Egregio direttore, continuo a rimanere stupito dalla bassa opinione che la classe politica che ci amministra dimostra quotidianamente di avere nei confronti di noi cittadini. Leggo sul Suo ottimo giornale online che il vicepresidente del gruppo del PDL al comune ha appena scoperto che sono necessari  “interventi urgenti per sistemare le strade di Reggio Calabria”, e che ciò “si rende necessario a seguito dei recenti nubifragi”; scopro anche che “dopo il passaggio di Scopelliti alla carica di Governatore della Calabria questi problemi sono stati completamente abbandonati” e che “la popolazione è stanca di non avere risposte da troppi mesi su problematiche che, a dir la verità, non richiedono grandissimi sforzi”. D’accordo anche se in parte, sull’ultimo concetto: i problemi del manto stradale non avrebbero richiesto  grandissimi sforzi se fossero stati affrontati per tempo. Sul resto, poiché il vicepresidente del gruppo del PDL ha scritto ad un giornale che come Lei giustamente e fieramente afferma è letto da 30.000 cittadini ogni giorno (ed io sono uno di quelli), vorrei precisare che non è assolutamente rispondente al vero che il problema delle strade a Reggio si pone da quando Scopelliti è passato alla Regione; lo testimoniano  le numerose lettere che tanti cittadini hanno scritto negli ultimi anni ai vari giornali; lo testimoniano i tanti gruppi di protesta nati su facebook ed attivi da anni (uno per tutti “Sistemate le strade di Reggio!!!!!”), sui quali è possibile ammirare le immagini di una città allo sfascio da molto prima che il nostro ex “sindaco modello” passasse ad amministrare la regione. Anzi, se vogliamo essere precisi, il problema, che come ho detto esiste da anni, si è acutizzato in corrispondenza della campagna elettorale per le elezioni regionali, nei primi mesi dell’anno in corso; parafrasando il vicepresidente del gruppo del PDL al comune, verrebbe proprio da pensare che in tale occasione l’intera amministrazione comunale pensasse alla campagna elettorale. Questo senza considerare il “fermo totale” che abbiamo dovuto sopportare quest’estate per attendere che i signori politici si lavassero in pubblico i loro panni “molto sporchi” (senza apprezzabili risultati, tra l’altro). Abbiamo un’amministrazione comunale che si è preoccupata di agevolare i cittadini nelle operazioni di pagamento delle tasse che chiede e riscuote spesso anche in anticipo (adesso si possono pagare anche in tabacchino), ma non si preoccupa minimamente di restituirle adeguatamente sotto forma di servizi resi. C’è gente che è in grossa difficoltà per i disagi derivanti dai dissesti stradali, e, diciamolo pure, per le tante altre cose che non vanno; il fatto che ci sia chi porta sugli organi di stampa le problematiche della città strumentalmente, con dati inesatti e dimostrando di pensare (a torto) di non esserne responsabile, solo per attaccare avversari politici, oltre che non incantare più nessuno non lascia sperare in niente di buono per il futuro di questa città.

Pasqualino Placanica





giovedì 18 novembre 2010

Se mi rivoterete ci sarà......

Ho ritrovato una brochure elettorale, relativa alle elezioni regionali calabresi del marzo 2010 (le ultime); riguarda uno dei candidati reggini più noti, più volte consigliere comunale, vicesindaco, addirittura sindaco facente funzioni a Reggio Calabria, e per finire assessore regionale uscente al bilancio ed ai trasporti: Demetrio Naccari Carlizzi, esponente di primo piano del Partito Democratico calabrese. Ve la propongo in questo video, spacchettata. I cittadini reggini e calabresi tutti sono perfettamente in grado di valutare l'esposizione delle "opere eseguite" nel corso dell'amministrazione Loiero su input dell'assessore Naccari. A scanso di equivoci, sottolineo che nella brochure, che inizia con la frase "contano i fatti", si lascia intendere che quanto descrittovi è già acquisito per merito del candidato. Spero che gli avversari politici dell'avvocato Naccari abbiano il buon gusto di non utilizzare il mio video per attaccarlo. Sarebbe bello votare per un candidato che si proponga ignorando gli avversari ed evidenziando la bontà delle sue intenzioni. Ma  attualmente in Italia i consensi si ottengono "abbassando" il valore della controparte politica, senza minimamente cercare di valorizzare se stessi. "Votate me perchè lui è peggio!" È anche vero che se quando si cerca di "valorizzarsi" i risultati sono quelli di questo video, forse.... siamo a mare!

mercoledì 17 novembre 2010

..."nessun amministratore pubblico coinvolto"...

Operazione Entourage: 30 imprenditori interdetti, nessun amministratore pubblico coinvolto. L'ottimo giornale online STRILL.IT ha appena titolato così la notizia sugli sviluppi dell'Operazione Entourage, ennesimo colpo alla 'ndrangheta assestato dagli investigatori reggini. Si tratta di controllo e spartizione di appalti ed esecuzione di lavori pubblici. È veramente triste pensare che tutto sommato la vera notizia è  proprio che sembra che non ci sia nessun amministratore pubblico coinvolto.... per ora!

lunedì 15 novembre 2010

L'immenso bluff del ponte sullo Stretto di Messina

Alla luce dei dati occupazionali derivanti dalla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina recentemente pubblicati da Eurolink, che smentiscono clamorosamente le entusiastiche previsioni (40.000 nuovi posti di lavoro) del governo e dei fautori dell'opera,  (si parla di 4.500 unità per la costruzione e circa 200/300 per la gestione) sono andato a rispolverare un mio post dell'ottobre 2009 nel quale esternavo perplessità sull'utilità dell'opera. Naturalmente ho apportato qualche modifica, aggiornando il testo copiato da Wikipedia ed aggiungendo qualche "piccola" ulteriore considerazione. Chi volesse leggere il post originale può andare a questo link.

Premessa:
Il progetto preliminare dell'opera prevede il collegamento stabile tra Cannitello in Calabria e Ganzirri in Sicilia mediante la realizzazione di un ponte sospeso con due corsie stradali più una di emergenza per ogni senso di marcia e due binari di traffico ferroviario. 
La lunghezza totale dell'impalcato sospeso è pari a 3.666 m mentre la campata centrale del ponte misura ben 3.300 m. L'impalcato del ponte sarà sospeso a quattro cavi d'acciaio del diametro di 1,24 metri e della lunghezza di 5.300 metri. I due piloni del ponte, alti 382,60 m (s.l.m.), posti sulle sponde, superano il record mondiale attuale di altezza dei ponti detenuto dal Viadotto di Millau in Francia con 341 metri. L'opera supererà di gran lunga tutti i record mondiali per i ponti sospesi. Il record attuale per la maggiore luce libera scavalcata spetta al ponte sospeso a tre luci giapponese di Akashi-Kaikyō (altezza dei piloni 283 m, lunghezza totale del ponte 3.911 m, campata centrale pari a 1.991 m). Il record mondiale attuale della maggiore luce libera scavalcata per un ponte stradale e ferroviario spetta invece al ponte sospeso cinese Tsing Ma Bridge, in Hong Kong, che scavalca una luce centrale di 1.377 metri (pari al 42% di quella prevista per il ponte di Messina), con piloni alti 206 metri. La campata record del ponte italiano supererebbe quindi del 65,74% la più lunga luce, solo stradale, mai realizzata finora, mentre rispetto al più grande ponte stradale e ferroviario fino ad ora realizzato essa comporterebbe un "salto tecnico" più che doppio. Lo schema statico del ponte sospeso è quello classico di tipo deformabile (senza travata irrigidente) con una catenaria fortemente ribassata (rapporto freccia-luce pari a 1/11). Un elemento di novità del progetto si può riscontrare nell'impalcato a tre cassoni (due sostengono le carreggiate stradali e uno sostiene i binari ferroviari), soluzione che offre la minima superficie esposta al vento e un coefficiente di portanza molto basso minimizzando così i rischi di flutter (sventolio) e di galloping (galoppo). Per contro, secondo alcuni, questa tipologia di impalcato offre una rigidezza flessionale e torsionale pressoché nulla, rendendo l'impalcato molto deformabile sotto l'azione dei carichi mobili e del vento. Gli spostamenti massimi previsti dal calcolo, sia verticali che orizzontali, sono dell'ordine di diversi metri con pendenze longitudinali massime circa pari al 2% e trasversali circa pari al 10%. Il progetto prevede che l'opera resista senza danni strutturali a terremoti fino a magnitudo 7,1 (pari a quello del Terremoto di Messina del 1908) e sia sicura con velocità del vento di 216 km/h . La capacità di smaltimento del traffico è stata calcolata in circa 6.000 - 9.000 automezzi all'ora e 200 treni al giorno. I lavori per la costruzione del ponte includono, ovviamente, la realizzazione di collegamenti con le esistenti strutture viarie e ferroviarie, ovvero l'Autostrada Salerno-Reggio Calabria, la Messina-Catania, la Messina-Palermo e la ferrovia ad Alta Capacità che dovrebbe collegare in futuro Napoli e Reggio C. con un prolungamento fino a Palermo.
(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Da tenere presente che Wikipedia viene continuamente aggiornata e modificata e pertanto il testo riportato potrebbe a breve non coincidere perfettamente con quello linkato)

-Non ci sono dubbi sul fatto che l’opera "possa rientrare" nelle capacità della nostra ingegneria, pur rimanendo perplessità su alcuni punti (per esempio la tecnica di saldatura dei tronconi). I dubbi che esistono e che non si possono ignorare sono sui tempi di realizzazione e soprattutto sulla reale utilità dell’opera. Per meglio dire sul reale miglioramento di “prestazione resa” dalla nuova infrastruttura rispetto all’attuale sistema di collegamento via mare. I tempi di realizzazione sono stati calcolati sicuramente in modo empirico, visto che non esistono precedenti paragonabili in materia. Le opere già realizzate che sono state prese ad esempio presentano più o meno il 50% di similitudine con il ponte sullo stretto, per dimensione e problematiche connesse al territorio; pertanto, essendo empirico il calcolo dei tempi, non può essere che empirico anche il calcolo dei costi di realizzazione. Il tempo come è noto influisce in modo essenziale sui costi di realizzazione di qualsiasi opera, ed in modo proporzionale alla grandezza dell’opera stessa. Ragionando sul miglioramento di prestazione resa dal ponte rispetto al collegamento navale, ritengo che i dati sopra esposti parlino da soli: capacità di smaltimento del traffico di 6000/9000 veicoli l’ora vuol dire al minimo 120.000 veicoli al giorno, calcolando 6000 veicoli l’ora per 20 ore considerando una chiusura media di 4 ore al giorno per vari motivi. Considerando due passeggeri a veicolo (più della metà dovrebbero essere Tir e simili) dovrebbero transitare al giorno sulla sede stradale del ponte 240.000 persone e 120.000 veicoli. Questo prendendo ad esempio i valori minimi dei dati tecnici; in caso di aumento di afflusso il ponte sarebbe in grado di aumentare del 50% la propria capacità passando da 6000 a 9000 veicoli/ora. Considerando che i pendolari tra Reggio Calabria e Messina sarebbero penalizzati rispetto ad un ottimale collegamento navale perché si troverebbero a dover percorrere circa 50 KM in macchina (a bassa velocità) per andare da una città all’altra, che inoltre per gli spostamenti nord/sud e viceversa molti utilizzano la nave (Genova – Palermo) o l’aereo e continueranno a farlo per vari motivi, e che quindi molto probabilmente la nuova struttura non apporterà un epocale aumento di traffico passeggeri come si vuole far credere, mi domando dove si troveranno tutti questi utenti che con il loro utilizzo del ponte faranno in modo che l’opera si riveli utile, quando dai dati attuali il flusso passeggeri risulta poco più del 10% rispetto a quello previsto. Assodato che la prestazione resa (teorica) aumenterebbe in modo enorme, vorrei capire come si pensa di fare aumentare la relativa richiesta. In altre parole, non si può pensare che, costruendo il ponte, improvvisamente la gente si metterà ad andare avanti e indietro tra Sicilia e continente senza un vero motivo. Altro problema non meno importante è quello delle infrastrutture collegate: non credo che le strade/autostrade che riceveranno questo enorme (ipotetico) flusso di mezzi saranno in grado di smaltirlo, visto che spesso non ce la fanno neanche ora con il 10% di transiti; sulle opere accessorie  ed i collegamenti con le "esistenti" strutture viarie (quali sono, ed in che condizioni versano?) mi sembra che ogni commento sia superfluo. Passando ai 200 treni previsti suppongo che si preveda un aumento dei treni merci rispetto ad oggi (anche se non vedo purtroppo i presupposti) visto che per i motivi già esposti escluderei un aumento di passeggeri; peccato che proprio in questi giorni Trenitalia stia discutendo con i sindacati l'esubero di 3500 macchinisti della divisione Cargo, praticamente la dismissione del traffico merci su rotaia. Dalla non ottimizzazione dei flussi di passeggeri previsti deriverà immancabilmente un deficit economico sui costi di manutenzione dell’opera, con conseguenti ulteriori spese a carico dello stato e quindi dei contribuenti. C’è chi sostiene che il ponte sullo stretto porterà vantaggi in termini di aumento di posti di lavoro: abbiamo visto che i vantaggi occupazionali per le popolazioni interessate derivanti dai cantieri che si apriranno non saranno quelli che  si voleva far credere, e inoltre  considerando che questi cantieri si dovranno pur chiudere un giorno non si può pensare che il forte decremento occupazionale che si avrà nel momento della chiusura dei cantieri potrà essere riassorbito dalle attuali realtà locali (tra l’altro se fosse come prevedono gli studi fatti, il ponte sarebbe pronto in 6/7 anni). Sarebbe più utile creare posti di lavoro più stabili, sviluppando il turismo sfruttando le bellezze naturali ed archeologiche delle regioni interessate, oltre che incrementando le attività produttive di tipo industriale ed imprenditoriale in genere. C’è chi asserisce che il ponte attrarrà anche turisti, ma anche questa affermazione mi lascia perplesso: chi vorrà mai “visitare” un ponte costruito nel 2010? Io non ho mai sentito di qualcuno che sia andato a New York esclusivamente per vedere il Ponte di Brooklyn. Caso mai ne trarranno un vantaggio le compagnie di crociera che potranno inserire nei loro percorsi il passaggio sotto il ponte più grande del mondo, senza che per questo nelle regioni interessate resti un euro di guadagno. In definitiva, l’eventuale utilità del ponte sullo stretto è senz’altro subordinata ad una richiesta di mobilità di passeggeri e merci tra Sicilia e continente che attualmente non c’è e che non potrà mai esserci senza un aumento delle capacità produttive/occupazionali delle regioni interessate. Più logico al momento dunque, investire l’enorme disponibilità di denaro dichiarata da parte del governo nel potenziamento del collegamento navale, in infrastrutture a terra fortemente carenti in Calabria e Sicilia, ed in iniziative volte allo sviluppo turistico ed industriale delle regioni. Successivamente ad uno sviluppo vero di Sicilia e Calabria, si potrà eventualmente apprezzare  (se ce ne sarà la necessità) la reale utilitàdi un collegamento permanente tra Sicilia e continente.-

sabato 13 novembre 2010

Reggio Calabria: il Consiglio Provinciale ribadisce il NO alla centrale a carbone a Saline Joniche, ma c'è chi gioca con due (o tre) mazzi di carte.

C'è qualcuno che bara
Il 12 novembre il Consiglio provinciale di Reggio Calabria, nel corso di un consiglio "aperto" ha approvato all'unanimità una mozione con cui conferma definitivamente il proprio "No" alla costruzione di una centrale a carbone di Saline Joniche. Hanno aperto i lavori dell'assemblea il vicepresidente Gesualdo Costantino ed il promotore della mozione, il consigliere di Rifondazione Comunista Omar Minniti. Già nella premessa è stata confermata la ferma contrarietà all'attuazione del progetto, definito ''dannoso e illusorio per il territorio''. Sono intervenuti anche i sindaci dei comuni interessati: per il sindaco di Bagaladi, Federico Curatola... "il nuovo tentativo di colonizzazione di questa terra non è giustificato da una debole chimera occupazionale; il nostro territorio ha già rigettato in passato il trapianto di questi organi distruttivi. Ma non ci si può fermare al rifiuto: bisogna creare una piattaforma base per una politica attiva e una democrazia partecipata. Bisogna che noi cittadini tracciamo insieme una concreta alternativa di sviluppo per la nostra terra. Propongo quindi che la popolazione si pronunci con una consultazione elettorale su quest’opera e su futuri progetti ad essa alternativi’". Dichiarazioni analoghe a quella di Curatola da parte dei sindaci di San Lorenzo Pasquale Sapone, di Roccaforte Del Greco Ercole Nucera e di Motta San Giovanni Paolo Laganà. Tra lo sconcerto generale due "primi cittadini", quelli di Melito Porto Salvo e di Montebello Jonico, i due comuni più interessati geograficamente dal progetto, hanno invece dichiarato il loro parere favorevole alla realizzazione della centrale a carbone. È utile rammentare che entrambi i consigli comunali, di Melito e di Montebello, si erano dichiarati a suo tempo nettamente contrari al progetto. Addirittura il sindaco di Montebello Jonico, Antonio Guarna, ha pubblicamente confermato l'opposizione alla centrale il 6 novembre scorso in occasione della manifestazione tenutasi a Saline Jonica. Come niente fosse, invece, Giuseppe iaria, sindaco di Melito Porto Salvo ha dichiarato:  ''La centrale a carbone di Saline Joniche è un'occasione per noi tutti, un'occasione di rilancio del territorio. Basti pensare ai numerosi posti di lavoro che la costruzione dell'opera creerebbe. Se vogliamo dire no, dobbiamo avere un'alternativa che crei altrettante occasioni per i cittadini''. Sul voltafaccia di Iaria pesa il dubbio di quanto potrebbe essere stato detto in una riunione interdetta alla stampa ed "a porte chiuse" tenutasi recentemente tra alcuni consiglieri del comune di Melito ed i rappresentanti della SEI. Indefinibile dal punto di vista della coerenza la posizione del sindaco di Montebello Jonico, Antonio Guarna, che pur ribadendo ancora una volta che il proprio consiglio comunale si è espresso contro il progetto della Sei, ha voluto sottolinearne i (presunti) vantaggi occupazionali dicendo ''meglio morire con la pancia piena piuttosto che a stomaco vuoto''. Alla fine, come dicevo, è comunque scaturita una mozione di rifiuto del progetto "carbone" votata all'unanimità, anche dai consiglieri del centrodestra, quindi. Purtroppo le competenze dell'Ente Provincia in materia non hanno potere vincolante. Discorso diverso per la Regione, che però, continua a latitare nel merito nonostante le dichiarazioni d'intenti di molti tra i suoi rappresentanti tra cui per esempio il vicepresidente del Consiglio Regionale Alessandro Nicolò che intervistato  all'assemblea di Saline sabato scorso aveva detto: "siamo contrari alla realizzazione della centrale a  carbone, valuteremo ogni cosa ascoltando la gente che è venuta qui stamattina in massa a esprimere il suo dissenso". Vedremo! Mi sbaglierò, spero, ma forse non è un caso che all'assemblea di Saline Joniche i (pochi) consiglieri regionali del centrodestra presenti (tra cui anche Nicolò) non hanno detto una parola alla platea; hanno solo rilasciato dichiarazioni alla stampa. Al sindaco di Montebello Jonico vorrei dire che IO, TRA MORIRE CON LA PANCIA PIENA E MORIRE A STOMACO VUOTO, PREFERISCO VIVERE PIU' A LUNGO POSSIBILE!

martedì 9 novembre 2010

Al Comune di Reggio Calabria c'è un Gatto all'opposizione?



Ieri mattina 8 novembre 2010  per l’ennesima volta è saltata una riunione del Consiglio Comunale “per mancanza del numero legale”; sulla parola “legale” ormai a Reggio Calabria si potrebbe ironizzare continuamente, se non fosse che invece la situazione è tragica. Le dichiarazioni dei consiglieri comunali in merito sono a dir poco sconcertanti: è stata chiesta la revoca dell’assessorato per Paolo Gatto reo di avere aderito a “Futuro e Libertà” che a seguito delle dichiarazioni del leader Gianfranco Fini “si è  posto all’opposizione”. Ma io adesso mi domando: va bene che Reggio Calabria sarebbe, secondo i nostri consiglieri di maggioranza, un “modello” da seguire, ma non è un po’ troppo iniziare a certificare da Reggio il crollo del governo Berlusconi? Ieri mattina, infatti, nonostante le dichiarazioni di Fini, i ministri di FLI erano ancora al proprio posto (come adesso) e Bossi era ancora “dietro al cespuglio”; oggi, mentre scrivo, si parla di approcci tra Bossi e Fini per un accordo “salvagoverno”. I casi sono due: o la maggioranza al comune di Reggio scrive a Berlusconi e gli comunica di rassegnarsi, oppure la richiesta di revoca dell’assessorato a Paolo Gatto è strumentale e nasconde (ma non tanto)  fini diversi da quelli dichiarati. A me, delle vicende e dei destini personali dei vari consiglieri ed assessori non importa più di tanto, a parte che per i fatti che possono influenzare i destini della città; non è ammissibile che per evitare di trattare argomenti (eufemisticamente) poco edificanti, si trovi ogni giorno una scusa, spesso maldestramente come è stato  fatto ieri. Mi auguro per il bene della nostra città che i cittadini di Reggio si rendano conto di quello che sta succedendo, e ne facciano tesoro per le prossime elezioni.

domenica 7 novembre 2010

Saline Joniche:manifestazione per dire NO alla centrale a carbone.


Saline Joniche (Reggio Calabria) 06.11.2010
Un fronte compatto e trasversale per dire ''NO alla centrale a carbone a Saline Joniche''. Stamattina, nella struttura sportiva della cittadina jonica politici, associazioni, movimenti e semplici cittadini si sono riuniti per dire tutti insieme un chiaro ed inequivocabile NO! alla paventata costruzione della famigerata centrale a carbone, un’opera definita da molti dannosa ed inutile.  NO quindi al progetto della SEI S.p.a. multinazionale svizzera con molti azionisti italiani, che però ha incassato nei giorni scorsi una (non tanto) sorprendente valutazione positiva da parte della commissione Valutazione Impatto Ambientale del Ministero per l’ambiente in merito alla fattibilità di una centrale la cui natura è in aperto contrasto con la legge regionale calabrese che vieta la costruzione di centrali a combustibile fossile. Nuccio Barillà di Legambiente, il presidente della Pro Loco di Montebello Jonico Domenico Romeo, Pasquale Barbaro del comitato No al Carbone e il sindaco di Bagaladi Federico Curatola, al tavolo della presidenza hanno moderato gli interventi e hanno a loro volta espresso un’opinione che pur con varie piccole sfaccettature, è risultata univoca. Sono intervenuti Flavio Stasi membro del Comitato No al Carbone, Tito Solendo del WWF Calabria, Giuseppe Bova, ex presidente del Consiglio Regionale, Nino De Gaetano, Omar Minniti, Gesualdo Costantino, Nino Mallamaci, Michelangelo Tripodi, Giuseppe Giordano e gli inossidabili Natino Aloi e Renato Meduri, il sindaco di Montebello Jonico, Antonio Guarna, oltre a tanti attivisti ed esponenti di movimenti ambientalisti. Non è mancata qualche inevitabile polemica e frecciata verso chi non era presente all’importante manifestazione pur dichiarandosi contrario alla centrale sulle pagine dei giornali. Indiscutibile infatti il ruolo decisivo che avrebbe qualora lo volesse l’ente Regione, a cui basterebbe una semplice delibera di diniego della concessione del terreno per bocciare definitivamente un progetto che, ormai è chiaro, è inviso alla maggior parte della popolazione calabrese.
Pasqualino Placanica
(pubblicato su costaviolaonline.it)



Federico Curatola Sindaco di Bagaladi



Tito Solendo del WWF Calabria

Naturalmente c'ero anch'io.


venerdì 5 novembre 2010

ECOMUSIA 2010 - "ASMARAMARA"

Viaggio in Eritrea, dal Progetto Ecomusìa 2010, festa dell'ambiente, della natura, delle energie rinnovabili e di ecoarte nella baia di Catona (RC), video realizzato da Fulvio Cama e montato da Luc Spontone e prodotto da Associazione Fabulanova. La canzone è di Fulvio Cama ed è cantata dall'autore.



ASMARAMARA

VARDANDU A SUD, DI LA’ DU SAHARA
DOPU DDHU MARI DI SABBIA SI VIDI L’ASMARA
PASSA U DESERTU, UNDI C’E’ NENTI
E PI MAGIA TI SPUNTUNU ALL’ARIA MUNTAGNI IMPONENTI
MUNTI CHI SUNNU, DI TERRA RUSSA
MUNTI DI PETRA ‘NDURUTA CHI TEMPU MAI PASSA
IATU E DDHU CHIANU , TRA SULI E LUNA
TOCCA LU CIELU E ASMARA CI FACI CURUNA
TERRA D’ANTICA GENTI, CANTI DI MILLI AMANTI
FOGGHI CADUTI ‘N TERRA, VENTI DI GUERRA
OCCHI D’ABISSI NIRI, FIGGHI CU NUDDHU AVIRI
STORIA DI VECCHI MITI, MUNTAGNI ‘NCANTATI
CIANGINU MAMMI, E I FIGGHI NUCENTI,
SEMPRI SI LOTTA E DDHA’ SI CUMBATTI PI NENTI
FIUMI DI SANGU, FA RUSSA LA TERRA
VENTU CCARIZZA LU GRANU MA E’ VENTU DI GUERRA
GENTI CHI NO, NON CHIURI LA BUCCA
GENTI D’ORGOGLIU CHI NON SI FA MENTIRI SUTTA
CHIURINCI I PORTI, DI SUPRA E DI SUTTA
TAGGHINCI I PONTI PERO’ ASMARA NO! NON SI TOCCA!
TERRA D’ANTICA GENTI, CANTI DI MILLI AMANTI
FOGGHI CADUTI ‘N TERRA, VENTI DI GUERRA
OCCHI D’ABISSI NIRI,FIGGHI CU NUDDHU AVIRI
STORIA DI VECCHI MITI, MUNTAGNI ‘NCANTATI



ASMARAMARA

Guardando a Sud, al di là del Sahara
Dopo quel mare di sabbia si vede l’Asmara
Passa il deserto, dove c’è niente
E per magia ti spuntano in aria montagne imponenti
Monti che sono, di terra rossa
Monti di pietra indurita dove il tempo mai passa
E’ un altipiano, tra il sole e la luna
Che tocca il cielo e Asmara gli fa da corona
Terra d’antica gente, canti di mille amanti
Foglie cadute atterra e venti di guerra
Occhi di abissi neri, figli con nessun avere
Storia di vecchi miti, montagne incantate
Mamme che piangono e figli innocenti
Sempre si lotta e là si combatte per niente
Fiumi di sangue, fa rossa la terra
Vento che accarezza il grano, ma è vento di guerra
Gente che no, non chiude la bocca
Gente d’orgoglio che non si fa mettere sotto
Puoi chiudergli tutte le porte, da nord a sud
Tagliare i loro ponti però Asmara no! Non si tocca!
Terra d’antica gente, canti di mille amanti
Foglie cadute atterra e venti di guerra
Occhi di abissi neri, figli con nessun avere
Storia di vecchi miti, montagne incantate.

martedì 2 novembre 2010

Quando il rimborso spese è un tabù.

(da lettere a strill e newz.it )
Egregio Direttore, sembra un vero e proprio tabù: nonostante qualcuno, chi per pura indignazione e chi per interessi propri, abbia denunciato lo scandalo della "Determinazione n°299" del 21 aprile 2010 pubblicata sul BUR-Calabria, riguardante il rimborso erogato all'ex Presidente del Consiglio Regionale per l'utilizzazione di mezzo proprio nel periodo compreso tra luglio 2006 e marzo 2010, pare che l'argomento non interessi più di tanto ai nostri organi di stampa. In definitiva, all'allora onorevole Giuseppe Bova Presidente del Consiglio Regionale, per avere rinunciato all'auto di servizio ed avere utilizzato un mezzo proprio per recarsi sul posto di lavoro (questo è il succo), vengono liquidati € 211.842,42 (duecentoundicimilaottocentoquarantadue euro e quarantadue centesimi) per 45 mesi di attività. Il tutto, essendo rimborso spese, naturalmente esente tasse. Praticamente più di otto volte l'imponibile fiscale annuale di un impiegato, che però deve ancora pagare le tasse, sulla cifra.  Ora, 45 mesi equivalgono a 1350 giorni, dai quali dovremmo naturalmente decurtare le giornate di inattività, domeniche, festività, periodi di ferie, etc; ma anche volendo fare un conteggio "a perdere", e considerando una percorrenza media di 400 chilometri al giorno per tutti i 1350 giorni, con un consumo medio di carburante di 10  chilometri a litro, al prezzo "forfettario" di € 1,50 al litro, ne viene fuori un costo di € 81.000 per il carburante. Magari qualcuno dirà che per percorrere tutti quei chilometri (540.000, ho calcolato io) ci vuole più di un'autovettura; e allora mettiamoci anche 50.000 € per l'acquisto di due berline nel periodo interessato (mi sembra che il prezzo sia congruo), ed arriviamo alla cifra di 131.000 €. E così, largheggiando ampiamente nei conteggi, ecco risparmiati ben 80.000 €. Io ho detto risparmiati, ma visto che invece la cifra erogata è come dicevo 211.000 €, gli 80.000 € risultano sprecati per chi li  ha erogati (la Regione); naturalmente non sono sprecati per chi li ha incassati. Senza contare che facendo i conti sui chilometri sulle giornate e sul costo reale del carburante il risparmio (ipotetico) o lo spreco (reale) sarebbe di gran lunga maggiore. Ma a leggere la delibera sembra che sia tutto a posto, perfettamente secondo le norme previste in materia; e logicamente, a parlarne troppo si correrebbe il rischio che qualcuno pensi di cambiarle, queste norme, soprattutto in una regione come la Calabria che vanta deficit abissali praticamente in tutte le voci di bilancio. I rimborsi li prendevano tutti con Loiero e li prendono ancora oggi tutti (uguali) con Scopelliti. Esenti tasse. A marzo 2011 ci attende una stangata di 58 € per contribuente sull'IRPEF a causa  del deficit sulla sanità della Regione Calabria. Signori amministratori, che vogliamo  fare?

Pasqualino Placanica

mercoledì 27 ottobre 2010

Soddisfatto e rimborsato!


Chi si ricorda di Peppe Bova? L’ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, quello che ha tiraro fuori dal cilindro i voucher formativi destinati ai migliori laureati calabresi, idea talmente geniale da guadagnarsi le critiche dal giuslavorista Pietro Ichino. Ma soprattutto quello che per cinque anni di legislatura ce l’ha menata con la storia dell’abbattimento dei costi della politica, ovviamente per merito suo. Per essere credibile, quasi non bastasse la lacrimuccia pronta a scendere ad ogni conferenza stampa, il buon Peppe Bova aveva addirittura dichiarato che per evitare gli sprechi non usava neppure la macchina blu per i suoi spostamenti. Insomma, un moderno Savonarola pronto a fustigare il malcostume della politica scialacquona. Il Claudio Lotito della classe dirigente calabrese, pronto a battersi per una politica didascalica e moralizzata!
Curioso, però, che il Savonarola de noantri disdegni la macchina blu ma non rinunci ai sontuosi rimborsi per l’utilizzo della propria auto. A certificarlo è la delibera dirigenziale n. 299 del 21 aprile 2010, pubblicata nel bollettino ufficiale regionale del 16.6.2010, pag. 31098, avente per oggetto: “Presidente del Consiglio regionale – liquidazione rimborso utilizzazione mezzo proprio periodo luglio 2006/marzo 2010”. Esattamente il periodo dell’intera legislatura, per la quale vieni disposto, a favore di Bova Giuseppe, il pagamento di euro 211.842,42.

Ovviamente tutto è legale e legittimo, almeno a leggere la delibera, ma sicuramente appare quantomeno discutibile moralmente il comportamento di chi, per cinque anni, si è elevato a fustigatore del malcostume altrui. Ma c’è di più. Nella delibera si legge che a luglio del 2009 lo stesso Bova chiede che il rimborso venga momentaneamente sospeso per essere liquidato su sua espressa richiesta inoltrata, poi, il 19 marzo 2010. Perché questa sospensiva? I bilanci non sono annuali? Probabilmente il buon Bova voleva far credere che aveva rinunciato anche ai rimborsi chilometrici per non essere oggetto di eventuali critiche, nello stesso momento in cui professava ai quattro venti l’abbattimento, per merito suo, dei costi della politica calabrese. Ma a ben leggere si trattava solo di una sospensiva, pronta ad essere messa da parte per poi passare all’incasso una volta finita la legislatura, quando i riflettori sui costi della politica sono ormai spenti.
Sarebbe, inoltre, interessante capire perché il costo a chilometro che viene rimborsato a Bova è di 3,77 euro, mentre normalmente ai dipendenti pubblici viene rimborsato un quinto della benzina, pari a 0,26 euro. Ripetiamo, i rimborsi di Bova non hanno nulla di illegale. Si tratta semplicemente della più classica caduta di stile da parte di chi lo stile e la morale pretendeva di insegnarla agli altri.
Insomma, la sindrome del moralizzatore colpisce ancora al grido: fate ciò che dico, non fate ciò che faccio! (do.mal.)

lunedì 25 ottobre 2010

Bandafalo' for Africa

L'assessore Tucci, il consigliere Minniti, ed i ragazzi di Bandafalò alla conferenza stampa
Si rinnova per la quarta volta l'impegno del progetto umanitario ''BandaFalo' for Africa'', in favore delle popolazioni della Costa d'Avorio, promosso dall'Associazione di giovani villesi ''Bandafalò''. Lo scopo della missione, iniziata nel 2007 e svoltasi in varie fasi, delle quali la quarta partira' a novembre è quello di costruire con la partecipazione attiva dei residenti opere di sviluppo civile, scuole, pozzi, etc, donandole poi definitivamente alla stato Ivoriano. Il progetto, che è sostenuto attivamente dalla Provincia di Reggio Calabria è stato illustrato lunedì 25 ottobre presso il Palazzo della Provincia di Piazza Italia (sala della Biblioteca), nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte parte: l'Assessore provinciale alle Politiche Sociali Attilio Tucci, il Consigliere provinciale Omar Minniti e Antonio Oppedisano, Francesco Talia e Giuseppe Buda dell'Associazione "BandaFalò" di Villa San Giovanni. Il resoconto di quanto già fatto e i programmi per la missione futura, nelle parole dei ragazzi di Bandafalò: “dall’8 novembre 2010 al 7 febbraio 2011 saremo impegnati per la QUARTA missione umanitaria del progetto “BandaFalò for Africa”, che vede la nostra associazione impegnata in Costa D’Avorio dal 2007. Per la prima volta nella storia, lo scorso anno, nel villaggio della Scerie 118 bambini si sono iscritti a scuola ed hanno frequentato con successo la prima elementare. Infatti, durante le missioni precedenti abbiamo realizzato dapprima tre aule della scuola, la direzione e due bagni, cosicché già lo scorso ottobre è iniziato il primo ciclo scolastico. Poi, poiché l’istruzione elementare, in Costa d’Avorio, prevede sei anni di scuola – durante la terza missione la scuola è stata finalmente completata, con la costruzione delle ultime tre aule, e possiamo affermare con grande gioia e soddisfazione di aver portato a compimento la prima parte del nostro progetto: fornire, attraverso l’iter di riconoscimento della scuola e dell’accampamento da parte dello Stato, la speranza di un futuro migliore a più di duecento bambini ed alle loro famiglie, fin’ora totalmente ignorati dal mondo, abbandonati a se stessi, privi di ogni istruzione e spesso anche dei più essenziali diritti umani. La scuola infatti è già stata riconosciuta dallo Stato e presto diventerà una scuola statale a tutti gli effetti. A novembre, dopo il nostro arrivo, si terrà nel villaggio della Scerie la cerimonia ufficiale che formalizzerà il riconoscimento e, di conseguenza, anche l’accampamento sarà riconosciuto e diverrà un vero e proprio villaggio. Questo vuol dire che, finalmente, per i suoi abitanti potrà iniziare un concreto percorso di crescita e un cammino verso un sempre maggior riconoscimento, tutela e difesa dei diritti umani. Per tutti gli abitanti del villaggio è un inizio di speranza, un cammino verso un futuro migliore. Peraltro, proprio a seguito del riconoscimento giuridico della scuola e dell’intero villaggio, lo Stato invierà nella scuola i propri insegnanti – personale qualificato i quali andranno a vivere nell’accampamento per tutto il periodo scolastico. Pertanto, abbiamo anche già realizzato i primi due alloggi che andranno ad ospitare gli insegnanti per tutto l’anno scolastico: tra gli obiettivi programmati per la QUARTA MISSIONE, vi è poi la costruzione degli ultimi quattro alloggi.” Una bella realtà della nostra terra, degna di essere conosciuta e sostenuta, molto di più di tante associazioni e circoli pseudo-culturali che pullulano dalle nostre parti, che non producono niente, costituiti con il fine di aggregare consensi al servizio di questo o quel politico o peggio ancora per usufruire delle agevolazioni previste dalla legge. Per chi volesse saperne di più e contribuire alle iniziative, Bandafalò è sul web all’indirizzo http://www.bandafalo.it/.
Pasqualino Placanica

(pubblicato su costaviolaonline.it)

domenica 17 ottobre 2010

La città groviera

Gli ultimi temporali che hanno  investito Reggio Calabria, il 13 ottobre scorso, hanno provocato notevoli danni che si aggiungono a quelli del mese precedente. La sede stradale è quasi dappertutto in condizioni pessime, ma la cosa più grave è che nessuno si preoccupa di intervenire. Mi viene il dubbio che qualcuno sia interessato al commercio di transenne. 




sabato 16 ottobre 2010

MANIFESTAZIONE FIOM/ PARTITA ITALIA-SERBIA: TRANELLO "COMUNISTA" PER IL MINISTRO DELL'INTERNO MARONI

i due Maroni
Nessun disordine a Roma alla manifestazione di oggi indetta dalla FIOM-CGIL, in barba a quanto previsto dal Ministro dell'Interno Roberto Maroni. Da indiscrezioni che circolano su Facebook sembra che sia venuto fuori che l'informativa dei servizi che annunciava azioni violente a cui faceva riferimento Maroni mancava della prima pagina. La prima pagina, con l'intestazione, è stata da poco ritrovata: si è così scoperto che l'informativa non riguardava la manifestazione sindacale, ma la partita di calcio Italia - Serbia. La tesi che circola negli ambienti della maggioranza è che si tratti di un tranello dei servizi deviati al servizio dei comunisti per mettere in difficoltà il governo che "combatte con successo la mafia la ndrangheta e la camorra".

venerdì 15 ottobre 2010

Il Sindaco si "sbilancia" sul bilancio

Finalmente adesso tutto è chiaro! Il Sindaco F.F. Giuseppe Raffa ha chiarito definitivamente la situazione economica del Comune di Reggio Calabria; il Comune sta bene, e "cu non voli mi sciorba". Leggere le parole del Sindaco F.F. e della Dirigente del Settore Finanza è un vero toccasana per un cittadino preoccupato per le sorti della città:
di Grazia Candido – “Ci sono problemi di cassa” ma il Comune sta bene. Ad offrire un quadro dettagliato sull’attuale situazione economica dell’ente comunale a Palazzo San Giorgio, ci ha pensato questa mattina il sindaco f.f Giuseppe Raffa e la dirigente del settore Finanze e Bilancio Orsala Fallara che, con davanti un faldone di documenti, “smontano” passo dopo passo le accuse fatte dall’opposizione. Tutto sembra chiaro e lineare, magari ci sarà qualche imprecisione, qualche contenzioso ancora aperto, qualche errore di valutazione ma l’Amministrazione Comunale “gode di buona salute”. 
 “Oggi abbiamo due doveri da espletare nel migliore dei modi: dare delle risposte agli esponenti  del Pd ma quello che ci preoccupa di più è di dare alla città, alle imprese delle informazioni suffragate da una ricca documentazione. Lungi da noi fare polemiche speciose anche perché – afferma Raffa -  a noi interessa soddisfare i bisogni dei cittadini. La situazione economica dell’Amministrazione comunale ha una genesi molto più profonda che va un po’ prima del 2002 e che ha provocato debiti fuori bilancio contratti dagli anni ottanta in poi. Una situazione di estrema gravità e che, debitamente documentata con delibere, ci porta a constatare un debito pregresso che si aggira intorno a 48 milioni di euro. Nel bilancio di previsione del 2002, l’ex dirigente Carmelo Nucera aveva evidenziato al tempo, così come aveva fatto anche il Collegio dei revisori, la incompatibilità delle spese previste in bilancio rispetto all’entrate. Nel 2002 abbiamo dovuto pagare 5milioni 528 mila euro, nel 2003 tre milioni, nel 2004 un milione e 700 euro, nel 2005 sette milioni, nel 2006 nove milioni per un totale di 48 milioni e ancora mancano altre delibere”.
Raffa è come un fiume in piena, non si sottrae ai problemi e li affronta “pur sapendo che ancora oggi, ci sono irrisolti alcuni importanti contenziosi”. Come il debito della Sorical: “Abbiamo un contenzioso di circa 80 milioni per il quale insieme alla Regione, stiamo lavorando per l’abbattimento dell’80% di questo debito contratto dal 1985 in avanti; l’altro contenzioso è di 9 milioni ma nasce dall’erogazione di un servizio non idoneo e il Tribunale civile di Catanzaro con una sentenza del 6 agosto del 2010 ha riconosciuto la fondatezza delle nostre opposizioni tanto da sospendere il decreto ingiuntivo”.
Per quanto riguarda poi, l’emergenza rifiuti “è stato attivato un piano di ammortamento che, in 15 anni, sarà estinto”; per “le società miste il Comune spende 47 milioni di euro per servizi resi e non sempre idonei da parte di alcune di queste società e a breve – evidenzia il sindaco – faremo anche chiarezza sugli interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria”. E per la Multiservizi il primo cittadino precisa che “in questo momento il Comune deve pagare 5 mensilità arretrate”.
“Abbiamo un divario tra fatture emesse e pagate che si aggira intorno a 50 milioni di euro che non è un dato da sottovalutare – postilla Raffa - ma questo non ci preoccupa più di tanto perché abbiamo dei crediti da recuperare. A breve dal Ministero di Grazia e Giustizia recupereremo 12 milioni di euro e altri milioni di euro da ulteriori crediti per un totale di circa 71 milioni di euro. Tendo inoltre a precisare che l’Inpdap è stata sempre pagata, c’era solo una rata di 46 mila euro che risultava scoperta per un disguido che è già stato risolto”.
Ma c’è un altro “mistero”  che va risolto ed è la consegna del bilancio analitico non trasmesso ai consiglieri comunali. A fornire minuziosi dettagli ci pensa il dirigente del settore Finanze Fallara che dice: “Mi sorprende che i consiglieri chiedano il bilancio analitico perché vuol dire che non seguono con attenzione la pubblicazione delle delibere presso la sezione consiglio. Chi ha esperienza nella pubblica amministrazione sa che lo una volta approvato il bilancio di previsione  si redige il programma esecutivo di gestione che non è altro che il bilancio analitico che viene assegnato ai singoli dirigenti. Non nascondo che qualche volta il bilancio analitico mi è stato chiesto dai consiglieri comunali ma la richiesta non è stata posta ai sensi della 241, non è stata fatta su carta intestata e soprattutto, le firme che tali non erano, sembravano più delle sigle uguali l’una con l’altra, non parevano essere dei consiglieri richiedenti. E poi, sulla richiesta non era riportato l’indirizzo dove doveva essere recapitato il bilancio analitico. Essendo degli atti ufficiali ed essendo depositati presso la casa comunale – conclude stizzita la Fallara - un buon consigliere comunale non avrebbe avuto problema ad averlo”.
(da strill.it)

Che  bello...era tanto facile chiarire le idee a tutti, spiegare alla gente che i debiti non sono preoccupanti perchè ci sono i crediti; se i creditori del Comune di Reggio avranno dei debiti verso altri non si dovranno preoccupare, basterà che pensino al credito verso il Comune e tutto sembrerà una bazzecola.  Ma  a parte questa considerazione ironica, devo dire che è straordinaria la metamorfosi che ha subito il nostro Sindaco F.F. nel corso degli ultimi mesi. Da braccio destro del Sindaco neo Governatore, è passato a feroce avversario da abbattere a qualsiasi costo ("quasi" qualsiasi, come si è visto), ed adesso è tornato ad essere l'amplificatore delle poco credibili teorie dell'ex Sindaco Scopelliti. Le stesse che (Scopelliti) sosteneva in campagna elettorale a difesa dagli attacchi dell'armata brancaleone che gli si opponeva. Ma per difendersi per qualche giorno da un'armata brancaleone può andare bene anche la dichiarazione ad effetto, il colpo di scena, la balla buttata lì e non verificabile; altra cosa è affrontare adesso la realtà, quando i nodi vengono al pettine e la città sta indiscutibilmente crollando in un baratro che rischia di inghiottirla per decenni. Tralasciando di elencare tutte le cose che non vanno, anche perché non vorrei sembrare monotono, mi vorrei solo soffermare su due punti relativamente alle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco F.F.:
1) non è passato molto tempo dal 7 settembre, quando l'Espresso ha pubblicato un articolo intitolato "Bombe e movida" sull'edizione cartacea e "Al sud c'è un buco nero" sull'edizione online, dove nell'elencare le criticità del bilancio comunale (quell'articolo non è mai stato smentito), viene riportata una dichiarazione virgolettata del Sindaco F.F. Giuseppe Raffa, che parla molto chiaro:
--Raffa, il sindaco effe effe ("facente funzioni ma non facente fantoccio", dice a commento dei suoi scontri con Scopelliti), si è tenuto la delega al bilancio confermando la responsabile di Ragioneria Orsola Fallara. Alle domande de "L'espresso" sullo stato della cassa, sull'importo dei debiti extrabilancio e sull'esistenza di un bilancio analitico, Raffa risponde non so. Il brutto è che non lo sa davvero. "Ho chiesto alla Fallara una rendicontazione puntuale", dice il sindaco. "Nessuna risposta. Gliel'ho chiesto un mese e mezzo fa".--
Fino a qualche giorno fa non sapeva niente ed adesso è in grado di descrivere minuziosamente la situazione finanziaria del Comune? Un bilancio analitico che dovrebbe essere composto da migliaia di voci?
2) dopo mesi di polemiche di colpo la Dirigente responsabile del settore snocciola tutta una serie di argomentazioni in merito al silenzio tenuto fino ad oggi. Ma non poteva precisare in tempo reale le problematiche che le impedivano di trasmettere il bilancio analitico ai richiedenti? E se era veramente tanto facile averlo, perchè uno qualsiasi dei consiglieri della maggioranza (sicuramente più bravi di quelli della minoranza, visto che loro il bilancio lo hanno approvato, e quindi hanno avuto soddisfazione dai documenti ricevuti) non lo ha "sbattuto in faccia" ai contestatori?  Spettacolare poi la chiosa finale: "essendo degli atti ufficiali ed essendo depositati presso la casa comunale un buon consigliere comunale non avrebbe avuto problema ad averlo".
Non avrei voluto essere nei panni del povero Raffa; se un buon consigliere non avrebbe avuto problema ad avere il bilancio, che dire di un Sindaco che lamenta ai giornali di non esserne in possesso e di non riuscire ad averlo? Concludendo, penso che a questo punto la tecnica del "sarà e faremo" non possa essere più accettata; ormai a Reggio è necessario parlare al presente per essere credibili, siamo pieni di promesse non mantenute fatte solo per ottenere consensi del momento. In definitiva, anche volendo prendere per buona la relazione del Sindaco Raffa, ne viene fuori che i debiti ci sono, e che non sono di poco conto. Su come sanarli, una serie di "saranno e faremo" che tutto sono meno che certezze. Parliamoci chiaro: il tutto da l’impressione di essere un maldestro tentativo di buttare fumo negli occhi, per limitare i danni dal punto di vista dei consensi elettorali. Se, come io credo, è così, l'effetto annuncio che il Sindaco Raffa spera di ottenere con le sue ultime dichiarazioni incoerenti non durerà molto, e la strada  per le prossime elezioni è ancora lunga.




venerdì 8 ottobre 2010

Bazooka e tacchi alti.

Non ci posso credere! Ho scoperto da poco di essere probabilmente il PAZIENTE ZERO di una malattia che adesso (finalmente) si sta diffondendo tra la popolazione calabrese e soprattutto tra gli organi di stampa: "IL DUBBIO". Il 5 gennaio 2010, due giorni dopo l'attentato alla Procura di Reggio Calabria, ho scritto questo post: 
BOMB...OLA ALLA PROCURA DI REGGIO CALABRIA
Domenica mattina, 3 gennaio 2010, alle ore 4,50, un ordigno composto da una bombola di gas innescata da esplosivo è esploso presso gli uffici giudiziari di Piazza Castello, a Reggio Calabria, provocando danni limitati a causa di un malfunzionamento nel congegno, di natura artigianale. Nessun dubbio che se la bomb…ola fosse esplosa avrebbe causato danni maggiori, e che avrebbe causato la morte di chiunque si fosse trovato nei paraggi, anche a causa delle schegge di metallo scagliate dall’esplosione. Molti dubbi, invece, sul fatto che se la bomb…ola fosse esplosa avrebbe causato il crollo del fabbricato; sono rarissimi i casi di esplosioni di bombole che abbiano causato il crollo di fabbricati ed anche in tali casi la bombola era collocata all’interno, non certo sulla strada. C’è un’altra nota stonata in tutta questa vicenda: la bomb…ola è stata collocata davanti al portone dell’ufficio del Giudice di Pace, e non davanti a quello della Procura, che è a fianco, le foto parlano chiaro; si vede benissimo il muro annerito sulla perpendicolare del portone dove è stata messa la bomb…ola; nonostante ciò gli organi d’informazione si ostinano a definire l’attentato “contro la Procura Generale”. Anche le dichiarazioni degli inquirenti vanno nella stessa direzione: la bomb…ola è stata messa alla Procura. Mi domando se, nel caso di attentati contro esercizi commerciali, qualcuno si è mai sognato di individuare come vittima il negozio a fianco a quello che è saltato in aria. Ma se è così, siamo a cavallo! Abbiamo a che fare con un’organizzazione criminale tanto determinata da non avere alcuno scrupolo ad attaccare gli organi dello Stato, talmente organizzata da avere enorme facilità a reperire una bomb…ola di gas, e soprattutto talmente professionale da programmare l’attentato nei minimi dettagli al punto di sbagliare porta presso cui mettere la bomb…ola. Dimenticavo, talmente professionale, inoltre, da costruire un ordigno estremamente sofisticato, così sofisticato da …fare cilecca. Un’armata brancaleone, praticamente. Magari fosse così! L’attentato di domenica mattina contro gli uffici giudiziari di Piazza Castello ha sicuramente una natura criminale di alto spessore, al di la della scarsa professionalità dimostrata dagli esecutori. Paradossalmente è servito a mettere sotto i riflettori la situazione di Reggio Calabria, ed avrà il risultato di provocare un’ulteriore reazione dello Stato, con arrivo di uomini e mezzi, sia delle forze di Polizia che della Magistratura, e con una (auspicabile) stretta nelle norme legislative; senza contare la reazione dei cittadini, che, al contrario di quanto sostengono alcuni organi d’informazione, sono indignati e non hanno paura a dichiararlo. Una cosa prevedibile, talmente prevedibile che mi domando come potessero pensare, i signori mafiosi, di ottenere qualcosa in questo modo. Ma forse loro non lo hanno mai pensato. ----

Il 9 gennaio successivo, visionato il filmato dell'attentato "alla Procura" ho esternato nuove considerazioni in quest'altro post:
Continuo a non capire come possa essere che tutti gli organi d’informazione pubblichino pedissequamente le informazioni che ricevono dagli inquirenti senza neanche accennare ad un minimo di ragionamento sui dati. Sulle mie perplessità in merito ai mezzi usati dagli attentatori ho già detto in altro post. L’ultima notizia, che scaturisce dalla visione del video ripreso dalla telecamera posta sul marciapiede della Procura, è che si nota bene che a guidare lo scooter era una donna, a causa delle calzature e dei capelli lunghi. E su tutti i giornali appare in questi giorni il fotogramma che immortala il piede destro dell’attentatrice, che calza una scarpa di vernice con tacco alto. Una donna alla guida dello scooter per dare meno nell’occhio, dicono i vari “analisti” dei giornali, nazionali e non. Ora, mi domando come si possa pensare che una coppia su uno scooter alle 5 di mattina con una bombola del gas posta tra le gambe della guidatrice possa non dare nell’occhio. Mi domando inoltre se chiunque dei signori che ha accettato la tesi proposta al pubblico si metterebbe delle scarpe scomode in un caso analogo, donna o uomo che sia. Una terrorista, o mafiosa, che va a fare un attentato con le scarpe col tacco, è una balla da oscar planetario. Spettacolare o deprimente a vostra scelta poi, la definizione data dal giornalista di “Annozero” Sandro Ruotolo. Una “lady della ndrangheta”, ha definito la guidatrice dello scooter. Visto l’abbigliamento, io la definirei una “Bond girl della ndrangheta”. Bello poi il passaggio del video in cui si vede che l'attentatore accende la miccia sul motorino, praticamente tra le gambe della ragazza, e poi se la prende in braccio (la bombola con la miccia accesa) e la porta al portone sbagliato. Cerchiamo di essere seri: chi va a fare un attentato con le scarpe col tacco alto, molto probabilmente sa di non correre rischi. Se poi mi sbaglio, allora che cosa c’è da temere? Abbiamo a che fare con una manica di sprovveduti. Lanciano petardi, innescano bombole del gas che non scoppiano, portano i tacchi alti pur sapendo che potrebbero dover scappare a piedi: probabilmente il prossimo omicidio cercheranno di farlo a colpi di fionda. ----

All'attentato "alla Procura" sono seguiti altri atti di dubbia matrice: 
una macchina carica di armi trovata sul percorso che avrebbe dovuto utilizzare il Presidente della Repubblica; si è rivelata una mezza bufala. Ma sarebbe bastato guardare bene il materiale trovato sopra l'auto, per avere subito dei dubbi.
Due macchine assegnate a due giudici differenti si ritrovano con una ruota con i bulloni allentati (1  2); tutte  e  due le auto sarebbero state manomesse nel garage del Tribunale, che dovrebbe essere super sorvegliato. Una bomba viene depositata e fatta esplodere dentro il portone dell'abitazione del Procuratore Di Landro; dentro, ribadisco. 
L'esplosione avviene dentro, e non fuori dal portone: dalle fotografie si  vede benissimo che i  vetri sono all'esterno, sulla strada, cosa che non avrebbe potuto essere se la bomba fosse esplosa all'esterno. E mi domando com'è possibile che l'abitazione di un alto magistrato già oggetto di minacce ed atti più concreti di intimidazione fosse così facilmente ed impunemente avvicinabile da un malintenzionato, al punto di potere  entrare nel portone, depositare una bomba, innescarla (non si parla di telecomando o di comando a tempo) ed uscire senza essere visto.
Successivamente  un'operazione delle forze dell'ordine porta ad una serie di arresti (operazione Epilogo). Quattro degli arrestati vengono tra l'altro accusati dell'attentato alla macchina del giornalista Antonino Monteleone e dell'attentato alla Procura del 3 gennaio 2010. Dal testo delle intercettazioni ambientali e dagli altri atti  relativi all'attentato ad Antonino Monteleone viene fuori un quadro a mio parere incompatibile tra i due attentati. Mi spiego meglio: siamo in presenza di elementi che vanno in giro per la città per mesi su una macchina (sempre la stessa) con sopra microfoni e con un rilevatore satellitare (non si capisce se è quello di fabbrica o un apparecchio installato dagli investigatori), non certo dei professionisti del crimine. Incendiare una macchina è una cosa, attentare alla Procura un'altra; non ne viene fuori certo il quadro dei tipi che un capomafia incaricherebbe di un compito del genere. Certamente, per potere giudicare con sicurezza occorrerebbe avere tutti gli atti, ma c'è un'altra cosa che da da pensare: la relazione dei ROS sul filmato relativo all'attentato alla Procura. La descrizione del conducente non combacia con le immagini diffuse immediatamente dopo l'attentato, e trasmesse anche da Annozero: --"Il conducente - scrivono i carabinieri - vestiva dei jeans, un giubbotto colore scuro, calzava delle scarpe da ginnastica marca Nike.
Lo stesso indossava un casco di colore scuro, non del tipo integrale, ma che comunque gli garantiva il travisamento". Il passeggero, invece, "indossante un casco simile, ma di colore presumibilmente grigio, vestiva una tuta con una scritta sul retro della maglia con evidenti strisce sia sulla stessa che lungo i pantaloni e delle scarpe di colore chiaro del tipo da ginnastica"-- Ma dalle immagini risulta che il conducente calzasse scarpe da donna con il tacco alto, altro che scarpe da ginnastica. E lo afferma anche il giornalista di Annozero che la definisce "Lady Ndrangheta".
Per finire (speriamo) il ritrovamento del Bazooka nelle vicinanze del Tribunale.  Allarme (motivato, ci mancherebbe altro), blitz, conferenza stampa con tanto di lanciarazzi esposto alle riprese dei giornalisti. Peccato che adesso sia venuto fuori che il lanciarazzi esposto non era quello ritrovato, ma un altro che "sarebbe" uguale (a questo punto il condizionale è d'obbligo). Quello esposto è stato ritrovato tempo addietro nelle campagne di Rosarno. Certo, il Bazooka trovato nei pressi del Tribunale "sarebbe" in mano alla Polizia Scientifica, plausibile.
Quello che non è comprensibile è la necessità di esporne un altro, e soprattutto l'aver omesso di specificarlo ai giornalisti. Sarebbe bastata una foto se non dell'originale anche di un esemplare uguale, e invece si è lasciato credere che il bazooka fosse quello. Non hanno detto che era quello, ma non hanno detto neanche che non lo era. Non so perché ma io quel Bazooka lo vorrei vedere....! Nel frattempo a Reggio Calabria arriva l'Esercito, a presidiare gli obiettivi sensibili.

"...Nessuna verità è poi così sicura, ci sono troppi dubbi non fartene un problema" (E. Bennato)