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"passo la vita fuggendo dalla mia ignoranza"
NON CAPISCO...E NON MI ADEGUO!!!
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mercoledì 7 novembre 2018

"La Magara"




Dalla prefazione de "La Magara":

"...per questo le ingiustizie, le violenze, i drammi di cui sono vittime o artefici i protagonisti de La Magara esplicitano la consapevolezza che il male sarà sempre con noi ma sono come assorbiti nella certezza che il bene fatto, per quanto piccolo, sia sorretto da forze ancestrali. Al male che nasce nel cuore degli uomini, si opporrà, fino alla fine della Storia, il bene: custodito dalle donne magare, personificato da animali un po’ misteriosi e appoggiato dagli spiriti racchiusi nell’Etna e nello Stretto.
Dalle più profonde viscere della Calabria-mondo, Pasqualino Placanica trae un messaggio non consolatorio, indirizzato anzi alla responsabilità personale. Lo fa con i toni lievi della favola, lo stupore della magia che permea la materia, i tempi sospesi delle albe e dei tramonti incantati sul mare dello Stretto, sotto lo sguardo protettivo della grande Montagna." (Maria Franco)

L'estate scorsa ho partecipato al Premio Letterario Inedito Rhegium Julii per la Sezione Racconto, ottenendo il secondo premio con il racconto "L'antica Terra", che è in realtà il primo capitolo del mio ultimo romanzo, pubblicato in questi giorni online sul sito Amazon.it, 
Come accade spesso (a me, ma a quanto sento anche alla maggior parte di coloro i quali mettono su carta le loro fantasie) partendo da un'idea grezza mi sono ritrovato a percorrere itinerari all'inizio inimmaginabili; al punto da stravolgere totalmente le mie intenzioni iniziali e trascinarmi per l'ennesima volta nel mio personalissimo mondo fantastico, dove tutto è possibile, ma anche no! 
Così ho preso una dose di storia, uno spicchio di leggenda, un pizzico di mito e un cucchiaino di realtà, li ho mischiati con qualche dose di dubbi e poche certezze e ne ho ricavato il mio secondo romanzo: La Magara. Insomma, mi sono divertito a scrivere, anche se stavolta ci ho messo tanto, forse troppo tempo. Ma alla fine, come tutti gli scarrafoni belli a mamma sua, il risultato a me piace.
Ho avuto l'onore immeritato di ottenere che la professoressa Maria Franco insegnante presso la scuola del Carcere minorile di Nisida e giornalista  ne scrivesse la prefazione, con parole che (giuro che è vero) mi hanno mostrato aspetti del mio testo che preso dalla foga di scrivere non mi ero reso conto di avere esplicitato. Adesso lo sottopongo all'attenzione del mio modesto (come numero) pubblico di lettori, senza particolari ambizioni né pretese. 
Il libro è acquistabile online sul sito Amazon.it  e in libreria, per adesso solo a Reggio Calabria presso l'Edicola Libreria Buda in Stazione Centrale e la Libreria Nuova Ave.



venerdì 12 ottobre 2018

Storie rriggitane e L'odore del mare in formato ebook.

Adesso "Storie Rriggitane" e "L'odore del mare" sono disponibili in formato ebook sul sito Amazon.it al prezzo di 0,99 €.

Uno scrittore reggino, Ermete De Salvo, incontra la misteriosa Giulia in un luogo traboccante storia e magia. Inizia così un viaggio fantastico, in giro per una città millenaria, incontrando arcani personaggi. Ambientata a Reggio Calabria, una novella per scoprire una città invisibile, bella come la può vedere solo chi ne sente sottopelle l'anima vibrante.















“Mi piace Reggio di notte, soprattutto con le strade bagnate dalla pioggia. Mi piacciono gli alberi, enormi ficus con le loro radici aeree simbolo di forza e tenacia, quella forza che Reggio ha sempre avuta, ma che spesso non dimostra. Mi piace il silenzio esplosivo della notte, camminare e sentire rumori che il vuoto porta da chissà dove. Se posso esco, di notte. Giro a piedi, guardo, vedo, immagino. Più di tutto immagino. L’ho sempre fatto. Da ragazzo non capivo perché la mia città fosse così bella di notte, più bella che di giorno. Ora lo so. L’ho capito apprezzando la solitudine. Reggio è bella di notte perchè è deserta. La bellezza è sua, i reggini non c’entrano. Anche io stesso la renderei più brutta ai miei occhi. Ma io per fortuna non mi vedo. Sarà sempre bella, anche nei momenti peggiori, la mia città"


mercoledì 3 ottobre 2018

Io sto con Mimmo Lucano, epperò...

...Epperò tutte queste certezze che avete voi, io non ce l’ho. Non sono sicuro, anche se il cuore mi porta verso quella direzione, che sia onesto disobbedire sistematicamente ad una legge ingiusta. Sistematicamente, ribadisco. Non sono neanche sicuro su come fare per stabilire se una legge è ingiusta. Non ho mai progettato, né votato, né promulgato leggi, io. E non ho studiato giurisprudenza. L’unico metro di giudizio valido che ho è l’effetto che un’ipotetica legge avrebbe su di me. Ora, se su di me non ha alcun effetto come faccio a valutarla, e poi addirittura disobbedirle? E che differenza c’è tra chi deve applicare una legge agendo sugli altri e chi quella legge la deve subire? No, perché guardate che può disobbedire solo chi la applica. Chi la subisce non può mica rifiutarsi, anche se sicuramente lo vorrebbe fare. Chi la subisce se la deve succhiare tutta mentre chi dovrebbe cambiarla passa il tempo a discutere su chi è più bravo tra chi si oppone e chi la fa rispettare per dovere istituzionale. L’effetto che quella legge ha su di me, dicevo. Bravo io. Eccerto che, se quella legge mi favorisce, è sicuramente una buona legge! E anche se non mi danneggia non è poi tanto male, che me ne frega a me? Se invece mi costringe a fare ciò che non voglio fare, oppure a pagare tasse che non voglio pagare, o comunque a comportarmi come non mi piace, dovrebbe essere ingiusta. Ma io sono un individuo, uno solo, devo tenere presente l’interesse comune, quello della società di cui faccio parte, per cui non mi è permesso valutare una legge sulla base delle mie esclusive esigenze. O meglio, lo posso fare ma il mio parere vale uno, a fronte di milioni di fruitori della legge e/o dei suoi effetti. Ne dovrebbe scaturire che le leggi sono buone, o giuste, o idonee, o adatte… a maggioranza; e se sono leggi in vigore si suppone che chi non le ritiene giuste sia la minoranza, perché se fosse la maggioranza le avrebbe cambiate. E anche qui c’è un problema che aumenta la mia insicurezza: a maggioranza di chi? A maggioranza del popolo, a maggioranza di chi è interessato direttamente, a maggioranza di chi s’interessa sottraendo chi seppur coinvolto se ne frega? No perché ci sono leggi che coinvolgono tutti i cittadini, che sono le più importanti in assoluto, e altre che sono molto più numerose anche se meno importanti, che riguardano specifiche categorie di individui. Ogni legge ha un argomento. E qui siamo proprio nei guai, perché in Italia spesso le leggi seguono il dettato biblico che predica che la mano sinistra non sappia cosa fa la destra. Per esempio le leggi economiche, dove da decenni si tagliano le spese in tutti i rami nevralgici della pubblica amministrazione senza prevederne e disciplinarne le ripercussioni nel ramo. Un ministero taglia le spese, un altro ne subisce le conseguenze. Come dite? Tutti dovremmo interessarci alla gestione della cosa pubblica, e perciò alle leggi che la regolamentano? E chi ce l’ha il tempo, meglio delegare, possibilmente senza neanche controllare se il delegato ha i requisiti per agire. Mandiamo parlamentari a parlamentare, sottosegretari a sottosegretariare, ministri a ministrare e lasciamoli fare. Facciamo che ognuno di noi si preoccupa dei ca…si suoi personali e poi magari ci ritroviamo tutti insieme a discutere se chi, invece cerca di dire la sua, merita l’arresto o no.  Ecco, per esempio io vorrei disobbedire alla legge Fornero, che, è ormai assodato sia una legge ingiusta. Mi ha posticipato la quiescenza di otto anni, se va bene. Quindi per me è sbagliata. Disobbedisco, da domani vado in pensione! A no? Non lo posso fare? Già, come dicevamo prima, me la devo succhiare tutta, questa legge iniqua. Beh, sapete che vi dico?  Visto che voglio comunque disobbedire, allora in pensione non ci andrò mai e lavorerò fino alla morte.

sabato 8 settembre 2018

Gonfaloni in fuga.

Gonfaloni in fuga
Simpatica scenetta, anzi atto unico, oggi alla Processione della Sacra Effige della Madonna della Consolazione, che ha visto sul palco i cittadini e la delegazione delle Autorità, Comune, Città Metropolitana e Regione Calabria. Per un evidente malfunzionamento del servizio d'ordine, durante il percorso è stato possibile, per un folto gruppo di ignari cittadini proveniente dalle traverse (compreso il sottoscritto) inserirsi nel corteo tra la Vara e il gruppo delle Autorità guidato dal Sindaco Falcomatà. Giungendo sul Corso dalle traverse ed intersecando il corteo, non si ha la visione totale del corteo, per cui se chi arriva vede passare semplici cittadini in quel momento, vi si inserisce tranquillamente. Il gruppo si è poi ingrossato durante il percorso. Dapprima la novità è stata accolta come un atto simbolico di cortesia verso la cittadinanza. Cedendo il passo ai cittadini, il Sindaco avrebbe omaggiato la città riconoscendo al popolo il diritto di stare immediatamente dietro alla Sacra Effige. Ma, gesto voluto o no, il crescente nervosismo che ha assalito il gruppo delle Autorità ha evidenziato l'esistenza di un problema. C'è stato un piccolo scambio di battute tra i due gruppi a seguito della richiesta (inconcepibile a quel punto) fatta ai cittadini di cedere il passo alle Autorità. Niente di grave, ovviamente. Solo che in quelle condizioni, che più di un migliaio di persone, tra cui anziani, donne, bambini e invalidi uscissero dal corteo simultaneamente era una cosa impensabile ed inattuabile. In prossimità dell'arrivo in Piazza Duomo, la Vara ha effettuato una sosta più prolungata, e contemporaneamente l'intera delegazione delle autorità è scattata letteralmente di corsa con tanto di gonfaloni al vento e scorta interforze di vigili, guardia di finanza, polizia e carabinieri scomparendo nelle traverse parallele al Corso, per superare il corteo e raggiungere la Cattedrale prima della Sacra Effige, tra l'ilarità generale che, vi garantisco, era priva di malizia. Qualcuno ha paragonato la scena ad una carica di fanteria alla baionetta di inizio secolo. Insomma, un po' di allegria in più che non guasta mai.
Vi confesso però che a vedere quei gloriosi gonfaloni scomparire ondeggianti in lontananza, un po' di magone a me è venuto.

venerdì 7 settembre 2018

Troviamo una casa a Baghera.


Baghera, 6/7 mesi, si trova a Reggio Calabria, probabilmente è stato abbandonato. Ha fatto entrambi i vaccini, il prossimo dovrà farlo nel 2019. Chi fosse interessato può postare un commento a questo post oppure scrivere a paplaca@libero.it lasciando un recapito, sarà ricontattato in tempi brevissimi. 

lunedì 13 agosto 2018

Occorre differenziare anche i cittadini.

Foto di repertorio 
E allora, Klaus Davi a parte, che a me, quando viene a Reggio, da come racconta le cose sembra sempre quel signore che aveva appena scoperto che anche la propria mamma era fornita di attributi specifici del proprio sesso, ce la vogliamo dire la sacrosanta verità sulla crisi rifiuti che è esplosa dirompente in città? La verità è una sola: c'è a Reggio una grossa fetta di cittadini (seppur minoritaria) che non paga la raccolta dei rifiuti, quindi non è censita e non ha alcuna intenzione di farsi censire. La responsabilità è loro, ma anche e SOPRATTUTTO dell'amministrazione che non è all'altezza del proprio compito, che è quello di scoprirli e sanzionarli oltre che costringerli a pagare e ottemperare quindi alla corretta raccolta. Amministrazione che ha il dovere di dare conto ai cittadini corretti e onesti, i quali hanno il diritto di vedere portato a buon fine il processo a cui contribuiscono per la parte di loro competenza.  
Poco o per niente incisive le multe, assolutamente inutile lanciare appelli alla civiltà, cari signori, perché si tratta di questione di sopravvivenza: 
chi lascia la spazzatura in strada non può fare altrimenti, perché per propria colpa non è in condizione di smaltirla regolarmente
Diciamoci la verità, fino a che sono rimasti i cassonetti in alcuni rioni, c'era un sacco di gente che prendeva i propri rifiuti e da tutte le zone della città li andava a conferire nei cassonetti al rione Modena o nel centro storico. Adesso che cassonetti non ce n'è più, un posto vale l'altro per questi "lordazzi", come li ha definiti il nostro egregio sindaco. Ma come definire chi ha aspettato che il bubbone scoppiasse senza cercare di mettere in atto qualche contromisura? Adesso che cosa dovremmo fare, noi cittadini onesti e corretti? Scendere in strada e litigare personalmente con i lordazzi? Troppo comodo, egregi amministratori. Va bene, soldi non ce ne sono, abbiamo i debiti, voi siete diversi ed è colpa di quegli altri, ma abbiate pazienza, per rompere il sederino ai lordazzi soldi non ce ne vogliono, basta averne la volontà. E lo dovete fare voi. Urgentemente.
Certo, i lordazzi votano e le elezioni sono vicine. Ma i lordazzi sono comunque una minoranza seppur maggiormente dannosa. Votano anche i cittadini onesti.

giovedì 14 giugno 2018

Il problema Regeni e il ministro in cerca di attributi.

foto dal web

“Il problema Regeni”. Per il neo ministro dell'interno di questa adesso degnamente rappresentata repubblica delle banane, il destino di un cittadino italiano può diventare un problema, di quei problemi che non si possono risolvere in altro modo che non sia quello di ignorarlo. Nel paese in cui la cosiddetta famigerata "ragion di stato" ha, più che in qualsiasi altro luogo del mondo, da sempre prevalso sugli interessi del popolo, il concetto espresso da Salvini non dovrebbe far scandalizzare nessuno, se non fosse che mai nessuno che rivestisse una così alta carica dello stato lo aveva così sprovvedutamente esposto. Lo sapevamo, ministro, che in realtà, a parte le personali iniziative di qualche singolo che ha poi pagato a caro prezzo la propria umanità, in Italia, ma anche nel resto del mondo, vengono prima gli interessi degli stati e poi quelli dei popoli. Se così non fosse adesso non saremmo a parlare di migranti, guerre e disoccupazione. Per cui non credo sia utile approfondire il concetto che lei ha espresso, credo invece sia opportuno valutare, anche da questo gesto da sprovveduto pressappochista, quanto lei sia veramente all'altezza del ruolo che ha voluto a tutti i costi ricoprire. Un ministro della repubblica che dichiara apertamente che, in nome dei buoni rapporti con un paese straniero, accetta di ignorare e dimenticare l'omicidio insoluto di un cittadino italiano autorizza automaticamente altre azioni del genere, sia in Egitto che nel resto del mondo, mettendo a rischio tutti i cittadini italiani all'estero, che siano turisti o che agiscano nell'interesse del governo italiano ufficialmente o in incognito. Ma che glielo dico, a fare, ministro? Glielo avranno già detto altri, magari anche un po' incazzati e non mi meraviglierei se tra poco arrivasse la solita smentita  con la giustificazione del malinteso o della decontestualizzazione. Quello che le voglio dire io, invece, è che  quando non si crede veramente in ciò che si dice occorre avere poi una buona memoria, in particolare modo adesso, nell'era di internet. Nell'aprile 2016, da parlamentare europeo lei, riferendosi proprio al caso Regeni, auspicava che ci fosse "un ministro del governo italiano che tiri fuori un minimo di attributi". Adesso, visto che per tirare fuori gli attributi occorre averne voglia e soprattutto occorre averli, ci vuole, di grazia, indicare qualche suo collega che possa farlo, visto che lei ha già dichiarato di non essere in grado?


martedì 6 marzo 2018

Non è colpa vostra, zappate e vaffanculo!

Onestamente, con la vostra incoerenza, con la vostra ottusità, con la vostra saccenza, con la vostra supponenza, con la vostra arroganza, con la vostra logorrea, con la vostra falsità, con la vostra ambiguità, con la vostra ambizione, con la vostra strafottenza, con la vostra apatia, con il vostro protagonismo, con la vostra boria, con la vostra pigrizia, con il vostro vittimismo, con tutto questo e altro ancora.... MI AVETE SCOCCIATO!!!!!! Andate a zappare la terra, senza crearvi problemi che non avete. Lasciate perdere i discorsi complicati, abbandonate gli argomenti difficili, lasciate che altri decidano per voi, di voi, dei vostri figli, dei vostri nipoti.  Non è vero che qualcuno vi vuole sottomettere, non è vero che qualcuno vi ha depredati, non è vero che qualcuno vi sta succhiando il sangue, non è vero che qualcuno vi sfrutta. Calate lo sguardo a terra e non vedrete niente; mettetevi i tappi nelle orecchie e non sentirete niente; non pensate e non farete danni. ZAPPATE, ZAPPATE, ZAPPATE. E quando trarrete i frutti del vostro lavoro dal terreno, ricordatevi che il terreno non è vostro, vostro è solo il sudore che ci avete messo. Andate a ringraziare chi vi ha permesso di zapparlo, sperando che vi conceda ancora di farlo. E non ve ne vergognate, è la vostra natura, non c’è niente di male ad essere  servi, o meglio ancora schiavi, ad essere sottomessi. Non è colpa vostra. Ma poi come fareste a vergognarvi, siete abituati. Siete servi figli di servi, nipoti di servi, discendenti di servi. Non sapete, non concepite non prendete neanche in considerazione la possibilità che si possa vivere diversamente. Come il cane che aspetta nell’angolo della stanza sperando che il padrone gli conceda l’osso che ha spolpato, così voi aspettate sperando che chi vi sfrutta vi conceda il suo sguardo benevolo e l’elemosina per potere vivere, o sopravvivere ancora un giorno. E lavorate, poi respirate, poi vegetate, poi lavorate, non vi create problemi che non avete, non pensate al futuro, per voi non c’è un futuro. Per voi domani non sarà un altro giorno. E vaffanculo!  

(Già pubblicato il 19 settembre 2014 ma più attuale che mai)